l’Arabia Saudita investe per attrarre sempre più viaggiatori, anche realizzando un’impresa mai vista prima. Lo definiscono «il progetto di turismo e ospitalità più ambizioso ed entusiasmante di mondo»: è il Red Sea Project, un complesso di 50 resort extralusso con 8000 camere d’albergo e 1300 proprietà residenziali sparse in 22 isole nel Mar Rosso, più sei siti nell’entroterra tra le città di Umluj e Al Wajh che punta a ridefinire gli standard di sostenibilità nell’industria dell’accoglienza.
Sarà progettato per mitigare le emissioni di carbonio, ridurre i rifiuti (la plastica, per esempio, sarà vietata) e contemporaneamente ridurre l’inquinamento luminoso e acustico.
La prima isola su cui si potrà vivere il sogno sarà Shurayrah: un’isola a forma di delfino dove lo studio dell’archistar Norman Foster costruirà i primi 11 resort dal nome evocativo «Coral Bloom», e cioè «Fioritura di corallo» che daranno un assaggio significativo del risultato finale. L’isola di Shurayrah è la porta di accesso al Red Sea Project, quindi è importante che stabilisca lo standard nell’architettura rivoluzionaria e nel design eco -sostenibile.
Per quanto riguarda gli hotel che sorgeranno presso questo innovativo progetto, saranno progettati per dare l’impressione di essere arrivati sulle spiagge e annidati tra le dune quasi come legni galleggianti. Saranno pensati anche in base alle aspettative dei viaggiatori post Covid: ci sarà moltissimo spazio per ogni ospite, non ci saranno corridoi, e ogni dettaglio sarà pensato per fare in modo da godersi appieno la natura. Per garantire viste spettacolari, per esempio, non ci saranno grattacieli. Non si sa nulla, per ora, sui servizi, ma la parola «lusso» ricorre spesso nella descrizione del progetto lanciato dal principe Mohammed bin Salman in persona, perciò nel frattempo si può fantasticare.
I primi quattro resort di Shurayrah saranno pronti a fine 2022, data entro la quale sarà completato anche l’aeroporto di The Red Sea Project, al quale si arriverà in 8 ore di volo dalle principali destinazioni del mondo. Nel 2030, invece, l’intero Red Sea Project dovrebbe essere completato: per quella data il complesso includerà l’intera rete stradale, un porto turistico, campi da golf e ogni altra possibile servizio su misura. A quel punto, però, potrebbe anche cambiare la mappa del turismo globale